Chi fa il genitore, sa quanto spesso si cade nella frustazione di ripetere le stesse cose ai propri figli: “Lavati i denti!” – “Non toccare, che è sporco!” – “Ricordati di metterti le ciabattine” – “Rimetti a posto i libri”. Sembra che i nostri figli non ci ascoltino.
Solo dopo la “sgridata” o “arrabbiatura”, si riesce ad ottenere qualche risultato, ma è solo temporaneo.
Un trucco, letto da un libro, afferma che per risolvere questo problema è necessario l’uso dei “messaggi-io” al posto dei “messaggi-tu”.
“Penso che se non ti lavi i denti, rimarrano nella tua bocca degli animaletti piccolini-piccolini che ti faranno diventare i dentini neri-neri“.
“Non sono contento che ti sporchi le mani, potresti prendere qualche piccolo virus che ti farà venire male al pancino”
Nei “messaggi io”, la frase parte dal pronome io, invece che dal pronome tu ed hanno il vantaggio di partire dal proprio punto di vista comunicandolo con più chiarezza al bambino.
Nei “messaggi tu” invece, il genitore si limita a puntare il dito e a dare comandi.
Ho iniziato questo accorgimento da poco: il risultato è finora scadente. Forse perchè siamo ancora all’inizio.
Mi sento ridicolo e mi rendo conto anche di perdere la mia posizione autorevole di genitore.
Anche mia moglie non è tanto ottimista …
“Tentar, però, non nuoce”